venerdì 13 gennaio 2012

Kulturame Classici: Serata del Dilettante alla Facoltà di Storia.

Una recensione di Wellington.
              

Collasso. Come le Società Scelgono di Morire o Vivere di Jared Diamond è un papocchio di libro che dimostra che se ti capita di vincere un premio prestigioso non solo non dovrai mai più lavorare davvero in vita tua, ma potrai anche permetterti di spingere qualunque agenda ideologica di tua preferenza senza curarti troppo di non sparare idiozie troppo grosse.



I cocchi della maestra smettono di fare i compiti a casa.

L’autore nel 1999 ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica per Armi, Acciaio e Malattie. Io lessi quel libro nel 2000 e lo trovai interessante.

La tesi di Armi, Acciaio e Malattie è, in breve, che l’Occidente non è arrivato a dominare il pianeta perchè è razzialmente o culturalmente superiore al resto del mondo, bensì per una serie di motivi complessi che hanno a che fare con le particolarità geografiche dell’Europa come continente (anzi come appendice dell’Asia). In pratica questo famoso libro di Diamond sposa una teoria chiamata Determinismo Geografico che sostiene che la cultura di un popolo è influenzata dalle condizioni ambientali che lo circondano.

E allora cosa? verrebbe da chiedere. E’ evidente che è così, si tratta solo di stabilire fino a che punto. Io ho sempre pensato che il determinismo, filosoficamente parlando, sia una cosa anche utile purchè presa con moderazione. E infatti all’epoca trovai le argomentazioni del libro di Diamond interessanti e per molti versi istruttive, ma eccessivamente deterministe.

Ricordo che quando, subito dopo aver letto il libro, espressi questa opinione all’amica amerikana piuttosto liberal che me lo aveva consigliato ci restò maluccio rimproverandomi che questo tipo di critiche facevano il gioco dei razzisti. Argomento naturalmente che per me ha un valore nullo dato che non sono mai riuscito a immaginare come negare, magari dopo il ritrovamento di un autoscatto porno nella alcova di piacere di Claretta Petacci, il fatto che il Duce avesse un pene grosso come quello di Rocco Siffredi possa ridurre le dimensioni del pene di Mussolini (o di Rocco Siffredi) per il solo fatto che il solo pensiero fa piacere ai Fascisti.

Pare che dal 1999 a oggi il Determinismo Geografico si sia piuttosto ringalluzzito grazie al Pulitzer e al successo mondiale di Armi, Acciaio e Malattie provocando così le ire di vari ultrà dell’Occidente, ad esempio Victor Davis Hanson, ma non so esattamente cosa avessero da ridire a riguardo. O meglio, lo immagino benissimo, ma non so quali fossero le loro controtesi.

In verità criticare in maniera estesa Armi, Acciaio e Malattie mi è risultato sempre piuttosto difficile anche per l’omnicompresività della tesi. Dato che è improbabile essere degli esperti in storia, antropologia, sociologia, psicologia, etologia e tutte le altre “gie” riguardanti tutti i continenti del globo negli ultimi diecimila anni, il libro ha sempre avuto un grosso vantaggio su quasi qualunque individuo preso da singolo.

Per sfortuna di Diamond, ciò non è il caso per Collasso. 

La tesi generale di questo libro è che le civiltà si estinguono perchè distruggono il proprio ambiente naturale. La propria “ecosfera”. Il che fa molto San Francisco, Deep Ecologism (e forse anche un po’ Social Ecologism) e Sierra Club, ma in questo caso è un sierra club sandwich andato a male.

La soluzione per non estinguersi insinuata da Diamond è (sorpresa) la decrescita economica con annesse fede apologetica nel primitivismo e spiritualità abbraccia-alberi.

Il fatto che una predica ideologica si accompagni ad una tesi storica sarebbe anche perdonabile, se non fosse che la tesi storica ha smesso di imbarcare acqua da tutte le parti nel momento stesso in cui ha toccato la superfice del mare, allagandosi completamente nello spazio di un nanosecondo e diventando all’istante un relitto che procede spedito verso le profondità abissali.

Gli esempi storici di Diamond dimostrano molto chiaramente che non si è sprecato a fare i compiti a casa. Semplicemente ha adattato i fatti alla sua teoria. E per giunta in maniera estremamente approssimativa.


                                  


Per brevità porteremo solo due esempi:

Diamond ripete la vecchia tesi, mai peraltro veramente convincente, secondo la quale la popolazione dell’Isola di Pasqua si estinse dopo aver tagliato tutti gli alberi e altri atti ecologically uncorrect. Le ricerche archeologiche stanno però progressivamente dimostrando che l’Isola non ebbe mai una popolazione abbastanza numerosa da esaurire le sue risorse naturali. Evidentemente Diamond non si è sprecato a controllare.

Riguardo la colonia vichinga in Groenlandia Diamond sostiene una bizzarra teoria secondo la quale i Vichinghi, nel loro razzismo ariano, si rifiutarono categoricamente di imparare l’arte della sopravvivenza artica dagli Inuit e, restati fedeli a una impraticabile economia agricola invece di diventare pescatori, morirono tutti di fame.

Questa teoria è già risibile di per se, in quanto chiunque sappia la benché minima cosa sui Vichinghi sa che a) la loro civiltà non era affatto interamente agraria come sostiene Diamond e la loro dieta ha sempre compreso il pesce b) non hanno mai avuto il minimo problema a trattare con qualunque popolo selvaggio o civilizzato (che poi parlando di Vichinghi sono termini ben relativi) dato che costruirono un impero commerciale che arrivava ben dentro l’Asia c) hanno sempre dimostrato una notevole adattabilità e capacità sia di nativizzazione sia di assimilazione di culture estranee.

A parte ciò, qualunque storico degno di questo nome vi dirà che i Vichinghi in Groenlandia non morirono di fame fino all’ultimo uomo e idiozie del genere. La teoria generalmente accettata, supportata da prove scientifiche, è che una cosidetta “mini-era glaciale” in Groenlandia li mise in difficoltà fino al punto di abbandonare progressivamente la colonia. Nel frattempo, e le testimonianze storiche lo dimostrano, la loro dieta si modificò da 80% prodotti agricoli a 80% pesce.

Nel piccolo mondo immaginaro di Diamond invece essi, e quoto, “morirono di fame circondati da un oceano pieno di pesci”. Uno scenario che se lo proponessero gli sceneggiatori di Lost il network li licenzierebbe su due piedi.

Forse quando Diamond pensa ai Vichinghi gli vengono in mente i neopagani adoratori di Odino in welfare che incontra ai raduni New Age nell’area della Baia. Quella probabilmente è gente capace di morire di fame pur di non imparare a pescare.

Parlando di salvezza dell’ambiente, questo libro è uno spreco di cellulosa.

          

Nessun commento:

Posta un commento