sabato 31 agosto 2013

Il nuovo modello di politica internazionale dell'Occidente: la caciara.

Nota del Kulturame: Questo articolo è apparso in forma di nota sul profilo Facebook di Wellington - L'Antieroe il 25/08/13, e viene pubblicato col consenso dell'autore.



La politica internazionale dell'Occidente ormai non è guidata né dalle idee, né dalla strategia, ma dalla caciara. Caciara di teorie insulse e narrative piccolo-ideologiche ad usum di politica interna.

E così, ora la ggente è indignata per i massacri al gas nervino in Siria.

Non c'è voluto nemmeno uno special di rainews24ballealminuto per spiegargli che il Sarin è un'arma chimica. E viene da chiedersi se è perché il Sarin, a differenza del fosforo bianco, è effettivamente un'arma chimica, oppure perché i reportage vale la pena di farli solo per le guerre amerikane.

Naturalmente esiste e resiste anche un fronte negazionista che cerca di spiegare i massacri con qualche demenziale teoria, o che vuole "le prove!", come già le voleva per Osama Bin Laden e l'attacco dell'11 Settembre, in attesa di rigettarle tutte tramite teorie del complotto.

Figurati cosa direbbero questi figuri se si scoprisse che davvero l'attacco col gas è una risposta all'apertura da parte di ribelli armati ed addestrati dagli USA di un nuovo fronte al confine con la Giordania.

C'è da dire che tutto questo dimostra che Barack Hussein Obama è rispettatissimo è temutissimo in Medio Oriente. Chissà quante volte ancora Assad dovrà gassare dei bambini prima che si possa dire pubblicamente che le "red lines" della Casa Bianca sono fuffa.

D'altra parte, alla guida della sua politica in Siria e in Medio Oriente in generale, l'amministrazione Obama ha messo il fiero alleato Recep Tayyip Erdogan, un islamofascista con manie di grandezza neo-ottomane che in tanti anni di deliri di onnipotenza da tabellone del Risiko non è riuscito a segnare nemmeno un punto.

Beh, quasi. In effetti dipende da come si contano i punti. Perché se è vero che Erdogan non ha fatto una cippa per mantenere il Medio Oriente stabile, e nulla nell'interesse del suo illuso alleato, l'Occidente, ha fatto molto per appoggiare la presa al potere di islamisti come lui, ad esempio Morsi dell'Egitto. Poi tutti sappiamo come è finita quella storia.

Tutti tranne Erdogan, per il quale il ritorno al potere dei militari in Egitto è invece un complotto di Israele. E a tal proposito, uno dei nuovi fondamentali della nuovissima politica Occidentale per il Medio Oriente è il buttarsi nel mucchio nell'orgia "blame Israel first". Naturalmente l'opinione pubblica occidentale è ancora, se di poco, più sofisticata di quella mediorientale, e allora, mentre il rozzo Recep Tayyip la butta nella teoria della cospirazione, la stampa occidentale si limita a citare un "anonimo" funzionario israeliano secondo il quale lo Stato Ebraico avrebbe fatto lobbying sugli USA e sull'Europa perché appoggino i militari egiziani. Cosa possibile, ma dubbia. Perché se è vero che a Israele non dispiace vedere Morsi cadere, è improbabile che si esponga fino a tal punto. Soprattutto sapendo che i militari egiziani dell'appoggio occidentale non hanno bisogno, e anzi se ne infischiano.

Ma l'importante è mantenere la tesi che dietro qualunque cosa succede in Medio Oriente c'è, in qualche maniera, Israele. Se per i rais arabi questa tesi fornisce un prezioso capro espiatorio contro il quale indirizzare la rabbia delle piazze e uno strumento di demonizzazione del nemico ("Tizio è alleato di Israele! Potere a Caio!"), in Occidente, oltre a solleticare l'ego dei filo-palestinesi ideologici e non che abbondano nei media, nelle università, e nella politica, ha il non trascurabile pregio di fornire l'illusione che la macelleria mediorientale abbia un endgame, e che l'Occidente possa avere una voce in capitolo in esso.

Qual'è infatti la soluzione per la "Primavera Araba", ovverosia per quel fenomeno nato con proteste di piazza contro governi dispotici non più in grado di elargire panem et circenses, e dirottato verso una guerra di supremazia regionale tra pseudo-potenze emergenti tutte contente che il gatto egemonico amerikano avesse deciso di abbandonare l'area e lasciar ballare i topi? La soluzione è mandare John Kerry, l'uomo che non è riuscito a sconfiggere George w. Bush in elezioni regolari, a promuovere un altro giro di inutili negoziati che i Palestinesi, ooops, volevo dire gli Israeliani, faranno come al solito fallire a causa della loro perniciosa insistenza sul sopravvivere come nazione. Gli Israeliani rifiutano perfino di convincersi che, anche se i loro nemici si dimostrano disposti ad usare gas nervino contro il loro stesso popolo, non c'è da preoccuparsi per la proliferazione nucleare in Medio Oriente.

Quando il nuovo presidente iraniano Rohani dice che la questione palestinese è una ferita aperta in Medio Oriente ha ragione. Dimentica però di dire che si tratta di una ferita auto-inflitta. Se la spogli di tutta la retorica infiammatoria degli ideologi, il conflitto israelo-palestinese si mostra per quello che è: una delle tante dispute tra Stati su pochi pezzi di territorio.

Intanto, ovviamente, silenzio imbarazzato sull'Iran, senza il cui patronato Assad già penzolerebbe da un pilone della luce. Perché qualsiasi cosa l'Iran fa, dall'impiccare gli omosessuali a finanziare il terrorismo, da lapidare le adultere a catturare marinai della Royal Navy nel Golfo Persico, non la si può far notare. Perché parlarne è un segnale sicuro di strategia della tensione, di sporca propaganda che prepara il prossimo attacco neoccon, la prossima invasione "per il petroGlio". Semmai quello che bisogna far notare è ogni presunto "progresso" iraniano sulla strada della democrazia, nonché ogni teoria "a mezzo culo" (half-ass) su come il regime islamista sia in realtà poco compreso da parte di un Occidente colonialista e razzista. E poi trasmettere documentari sulla grande civiltà persiana per insegnare alle masse non lavate che "loro", in fondo, sono proprio come "noi".

Ma tornando alla Siria, adesso cosa? Intervento, o non intervento?

La ggente si chiede, ma perché nessuno interviene? La domanda che ne segue è: "Ma chi?". Lasciando da parte i lunatici che invocano l'invio di "truppe ONU", non si starà mica chiedendo agli USA e alla NATO di intervenire? Mica?

Certo che sì, con il caveat che a ogni "bomba intelligente" che sbaglia bersaglio la ggente scenderà in piazza sventolando bandiere arcobaleno e chiamando tutti assassini di bambini.

Stessa cosa, d'altra parte, che sta succedendo in questi giorni. Siamo tutti testimoni, in tutte le capitali del mondo (e naturalmente ad Assisi), dello spettacolo di marce oceaniche "per la pace" contro Assad, l'Iran, Hezbollah, e la Russia.

Comunque, se l'intervento non ci sarà, la ggente ha già pronta la risposta: "Ecco, in Siria no, in Iraq sì, perché lì c'era il petroGlio."

E rimuovere Saddam Hussein, che pure lui aveva usato il gas contro il suo stesso popolo, era invece opportuno anche se in Iraq invece il petrolio c'è?

A proposito, e il fiero alleato Galeazzo Erdogan è interessato al petroGlio? Sappiamo che al gas naturale è molto interessato, tanto che minaccia di usare la marina da guerra per bloccare il progetto israeliano-cipriota di trivellazione nel Mediterraneo, a meno che il gasdotto che dovrebbe portare detto gas in Europa non passi attraverso la Turchia, e che non venga pagata una mazzetta all'inesistente Repubblica di Cipro del Nord, una nazione riconosciuta solo dai Turchi.

Ma che volete, qui stiamo parlando di una civiltà che in poco più di dieci anni di guerra è riuscita a dare ragione al nemico, e a farsi vendere concetti quali "se ci odiano avranno pure un motivo", come se l'odio fosse razionale, e "se ci attaccano, è perché li abbiamo provocati", come se i terroristi per attaccare avessero bisogno di motivazioni, e non di semplici scuse (delle quali, forse un giorno ci arriveremo, non rimarranno mai a corto).

E facciamo doverosa menzione anche dei discorsi tipo "è diventato un terrorista perché un drone americano ha ucciso suo fratello con un missile Hellfire", che non sono necessariamente falsi, sono solo molto meno rilevanti di quanto si vuole far apparire. Come dire: "Si è arruolato in marina l'8 Dicembre del 1941 perché suo fratello era sulla USS Arizona". Sarà anche così, ma non è certo quella la causa della Seconda Guerra Mondiale. Se fosse vero che la motivazione principale dell'umanità per combattere è la vendetta, tutte le guerre sarebbero durate in eterno.

Le guerre non si vincono quando hai sterminato il nemico fino all'ultimo uomo, le guerre si vincono quando hai ammazzato abbastanza nemici da convincerli che continuare a combattere non vale la pena, e nel nostro caso, il nemico ci è riuscito benissimo.

Quando ti ritrovi un uovo fossilizzato come il Senatore dell'Arizona John McCain, l'uomo che non è riuscito a battere Barack Obama in elezioni regolari, a perorare la causa della Fratellanza Musulmana, secondo lui una forza democratica e secolare, sostenendo che adesso andranno tutti ad arruolarsi in Al Qaida per colpa nostra, in quale vittoria volete più sperare? Come ha scritto Daniel Greenfield: "La fallacia "terrorismo o democrazia" tratta gli islamisti come "cattivi" se fanno saltare un edificio per installare una teocrazia, ma "buoni" se si presentano alle elezioni per installare una teocrazia. Rende il processo una priorità rispetto al risultato, e la sua logica suggerisce che se Hitler o Stalin fossero arrivati al potere tramite un puro processo democratico, non avremmo dovuto avere obiezioni."

A proposito, a parte che il fatto che il termine "Al Qaida" venga sempre buttato in giro come se fosse l'unica minaccia esistente (il che non è male se si considera che secondo la prima amministrazione Obama Al Qaida era morta, e Detroit era viva) ha veramente rotto, io ammetto di non avere le idee chiare riguardo la composizione dei gruppi anti-Assad in Siria, ma se l'asse Erdogan-Morsi è un tale bastione contro Al Qaida, come mai ci sono così tanti combattenti di Al Qaida in Siria? Come mai, ovunque la Fratellanza Musulmana inizia ad affermarsi, come in Libia, Al Qaida sembra apparire dal nulla?

In ogni caso, ormai il Medio Oriente, liberato della perniciosa egemonia occidentale, è libero di esprimere sé stesso, e lo sta facendo al suo meglio. Ora non segue più l'Occidente, è l'Occidente a seguire lui. Nel nuovo mondo al contrario, invece di combattere l'islamismo totalitario lo si aiuta a prendere il potere, ed è l'Iran ad avvisare gli USA di non azzardarsi a superare le "linee rosse".

Se pure il Medio Oriente non fosse un totale bordello probabilmente già oltre ogni possibile redenzione, l'Occidente non sarebbe in grado di offrire nessuna, non dico soluzione, ma nemmeno strategia coerente. Perché ogni più minuscolo segmento politico o ideologico della nostra civiltà si perde cercando di infilare ogni fatto e fattarello all'interno della sua particolare narrativa o teoria.

E ciò che vale per il Medio Oriente, vale per il resto del mondo. Stiamo lanciando su scala globale il messaggio che la nostra civiltà è troppo impelagata in bizantinismi interni per sapere come si combatte per i suoi interessi.

martedì 2 luglio 2013

Come un colpo di cammello.



Max Balestra ci fornisce questo pregevole articolo di storia e fantastoria sull'H&K 416, l'arma che ha ucciso Osama Bin Laden.

Ma Il Kulturame attende le prossime gesta del Solomon Rifle.

Scrivi più in fretta, ciccione di merda!


domenica 16 dicembre 2012

Dichiarazione di indipendenza narrativa

Quando si rende necessario, nel corso degli umani eventi, annunciare l'autopubblicazione di un romanzo d'azione scritto sotto pseudonimo da un tizio che scrive su questo blog sotto un altro pseudonimo...

Su Amazon.

Max Balestra - Liberty Charter, Territori Liberi - Capitoli 1-3

venerdì 9 novembre 2012

Va' da' via il cool.


Un post di Wellington - L'Antieroe

Non sono sicuro di come dire questa cosa, ma ci provo.

In USA, per esempio, si festeggia perché i vecchi barbogi contrari ai matrimoni tra gay sono stati sconfitti alle elezioni.

Il matrimonio gay è cool, loro erano not cool, e hanno perso. Il diritto al matrimonio gay è (forse) assicurato dalla salda alleanza dei gay con i tipi cool.

Io avrei detto che sposarsi chi ti pare fosse un diritto umano fondamentale (dicansi anche "libertà"), non una questione di quanto si è fighi.

Cosa succederà quando i "tipi cool" saranno "not so cool anymore"? Festeggiate finché potete.

Adesso, i tipi not cool hanno paura che i tipi cool vengano a togliergli le armi da fuoco. E allora quelli più freschi tra di loro, la cosiddetta "gun generation 2.0", stanno dicendo: "dovete far capire ai ggiovani come me che le armi sono cool, e che anche voi lo siete, perché al momento non gli piacete perché avete sempre labbibbia in mano."

Ma il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti non recita: "Lo Stato, quando e se gli gira, concede di avere armi perché le armi sono cool. E, by the way, se  hai labbibbia in mano non sei cool, e non puoi avere armi cool, e ben ti sta, avresti dovuto assicurarti di essere dalla parte giusta della società, quella cool, e portare voti con la tua coolaggine."

Il Secondo Emendamento recita: "il diritto del popolo di detenere e di portare armi, non verrà infranto."

Non è una concessione modaiola.

"Massì, fallo pure. E' cool."

E' un diritto.

Ma questo non importa. Perché se non sei cool non hai i voti, e senza i voti, quello che fai non è cool. Non sei nella parte cool della società, quella del futuro. Sei relegato nella parte not cool della masnada sociale, quella che sta passando, anzi, è già praticamente morta.

Ma questa non è mica repressione dei diritti individuali scopo guerricciole ideologiche reciproche, è alta sofisticazione politica scaturita dal più elevato dei processi democratici.

Poi si festeggia in due Stati dell'Unione perché il referendum dice che potemo spippà, però solo 'a Maria pecché tutto er resto è meglio che continua a far affluire pesos nelle casse dei cartelli messicani, whatever...

Adesso però, dita incrociate, bisogna vedere se il governo federale ce lo lascia fare davvero.

Maccome, abbiamo votato! E' cool!

Perché se non era cool, non sarebbe stato un diritto intossicarsi l'anima deli mortacci propri, con i propri soldi.

Abbiamo dovuto votare. E ora che abbiamo votato "Sì", è tutto cool.

E quello che ti serve, per essere cool, è il giusto alleato politico che ti permetta, in cambio di voti e donazioni, di pippare la Maria Giovanna (solo quella però), non perché sono cazzi tuoi, ma perché cercare di fermarti non sarebbe cool.

Almeno finché qualcuno non se ne uscirà dicendo che la ganja non è più cool perché incide sui costi della sanità pubblica, come le bibite gassate, i porno girati senza preservativo, e magari, presto, la carne.

E lì sono cazzi. Perché la sanità pubblica, de 'sti tempi, è cool da morire.

Per riassumere, quando un diritto non è più una questione di libertà dell'individuo, ma una concessione fatta dal braccio armato esecutivo dello Stato per premiare la tua alleanza elettorale con una parte politica, per poi divertirsi insieme a sopprimere i diritti, che dovrebbero essere egualmente sacrosanti, dell'altra parte politica, giocando sulla distinzione modaiola tra diritti "cool" e diritti "not cool", in una visione non di rispetto reciproco per le libertà altrui, ma di ingegneria sociale (favoriamo ciò che è cool, sopprimiamo ciò che è not cool. Not cool must go!), magari accampando il "bene comune", o "l'interesse della società", quel diritto è ridotto ad una farsa.

Quel diritto non esiste più. Esiste solo ciò che è cool, e ciò che è not cool. E il not cool potreste essere voi.

Perciò, invece di reclamare i vostri diritti come inalienabili in quanto vostri, dovuti, e non opzionali, continuate pure a reclamarli perché sono cool. Magari mentre vi divertite a cercare di compromettere a suon di voti e leggi quelli degli altri, che ritenete not cool.

Anzi, questa cosa qui, usatela proprio come arma politica da Mutua Distruzione Assicurata. E soprattutto per fare i vostri bravi esperimenti di ingegneria sociale. Tipo: "vogliamo realizzare la nostra società cool, e allora ci alleiamo con il padre-padrone Stato perché faccia leggi per permettere le cose cool nostre, e per proibire le cose not cool degli altri. Alla fine rimarrà solo la nostra società, nuova e cool. La vostra, vecchia e not cool, si estinguerà. Ma non preoccupatevi, abbiamo votato, è tutto democratico."

Ma la democrazia vi salverà solo finché siete dalla parte cool. Solo la libertà e la certezza del diritto, possono salvarvi per sempre.

mercoledì 29 agosto 2012

Movimento d'opinione a favore dell'individuo nuclearizzato.



"L'Iran non ha nessun diritto di possedere armi nucleari. Io ce l'ho!"
Wellington L'antieroe, estate del 2007, al quinto Cuba Libre.


Oggi Il Kulturame vuole occuparsi di un problema che affligge tutti noi (e per noi, intendo le voci dentro la mia testa): quell'odiosa forma di limitazione della libertà da parte dello Stato che impedisce all'individuo di possedere armi nucleari.

Si è saltuariamente occasionato al Kulturame che un interlocutore abbia sghignazzato alla sua asserzione che, se l'esercito e la polizia possono possedere armi da fuoco, anche il privato cittadino dovrebbe potersene dotare. In almeno una di tali occasioni l'interlocutore in questione ha fatto seguire lo sghignazzo con la seguente affermazione: "Pistole ai privati? E cos'altro? Bombe atomiche?"


L'asserzione sghignazzante del povero infelice, inutile sottolinearlo, è di per sé sterile. Come lo sono tutte le affermazioni a favore dell'impedimento legale del diritto del cittadino ad essere armato, che si basano sulla balzana idea che tale impedimento inibirà le sue capacità di usare armi a scopi illeciti, dimenticando l'elementare verità che le leggi fermano solo chi le rispetta, e che perciò chiunque voglia utilizzare armi da fuoco per scopi criminali, non avrà nessun problema ad infrangere una legge in più procurandosi un'arma sul mercato nero.


Ma ciò porta a chiedersi: applicando la stessa logica del fallace soggetto, questo non significa forse che anche la proibizione a possedere ordigni nucleari è essenzialmente errata?


Esaminiamo i fatti: è stata talvolta ventilata la possibilità che organizzazioni terroristiche come Al Quaida possano dotarsi di ordigni nucleari. E per "ventilata" intendiamo che quando lo dice uno che non sia Barak Obama è un discorso allarmistico da sporchi neocon guerrafondai, altrimenti è roba da meritare il premio nobel per la pace. Naturalmente, per iniziare, qui si applica lo stesso principio del gun control: i terroristi non hanno problemi a infrangere le leggi, pertanto la proibizione statale di vendere testate nucleari al Wal Mart è inutile.


In molti, come ad esempio quelli che sostenevano che gli USA facessero solo finta di voler trovare Osama Bin Laden perché in realtà lavorava per loro, respingono però la tesi che la possibilità di terroristi con l'atomica sia una minaccia reale. L'argomento vuole che gli ordigni nucleari siano così costosi, e complessi da utilizzare, che i poveri terroristi non ne siano in grado, e che perciò preferiscano dedicare le proprie scarse risorse a metodi bellici più convenzionali.


Se vera, tale conclusione rende la proibizione di vendita di ordigni nucleari ai privati cittadini doppiamente inutile. Non solo infatti dei terroristi, non essendo gente che rispetta le leggi, potrebbero procurarsene uno, ma perché pensare che, se la vendita fosse libera, chiunque correrebbe a comprarsi un ordigno nucleare se è così costoso e tecnicamente impossibile da usare che neanche i terroristi lo vogliono?


Un argomento di riserva portato da coloro che vogliono impedire all'individuo di possedere, come sarebbe suo diritto, ordigni nucleari, è che chiunque voglia una bomba atomica in casa è chiaramente irrazionale, e che pertanto sarebbe troppo pericoloso lasciarlo usufruire di tale diritto.


Il che porta a chiedersi: perché allora ci fidiamo a lasciare queste armi in mano alle potenze nucleari?


Seriamente, voi che leggete questo pezzo, pensate che il governo del Pakistan sia più sano di mente di voi?


Perché, io che minaccio di far scomparire il mio quartiere in una palla di fuoco all'idrogeno se gli zingari mi assaltano in casa, sarei meno razionale di una superpotenza che minaccia di far scomparire il pianeta se una potenza rivale gli viola i confini?


Verrebbe quasi da pensare che il principio secondo il quale lo Stato può possedere armi in quanto più razionale del singolo individuo sia solo una misura per assicurarsi che il sovrano abbia le sue armi e il suddito no. Diritto no, privilegio sì. E anche che il suddito sia talmente impecorato da non rendersene più conto, ed essere arrivato a pensare che, davvero, sia "solo per il suo bene".


In effetti, la teoria delle relazioni internazionali, almeno quella neorealista, sostiene che le armi nucleari facciano bene allo Stato, rendendolo maggiormente responsabile. Di recente tale argomento è stato comunemente utilizzato per difendere il programma nucleare iraniano. Un Iran dotato di armi nucleari, dice il saggio, sarebbe un Iran responsabile.


Ma se il potere civilizzatore degli ordigni nucleari è tale, e se non è vero che lo Stato vuole negare al privato cittadino il diritto a possedere armi esclusivamente per il suo bene (del suddito), e non per il suo (del sovrano), la prossima mossa logica, non sarebbe quella di fornire ad ogni singolo cittadino un ordigno nucleare?


Pensateci. Le atomiche rendono responsabili: problema dell'irrazionalità dell'individuo risolto.


E non è questo forse il ruolo dello Stato (almeno a suo dire)? I governi del mondo non sono forse impegnati in una ciclopica missione civilizzatrice per educare e responsabilizzare le comunità che presiedono?


Probabilmente si potrebbe fornire a ciascun cittadino la sua testata, un paio di kilotoni a testa, ad una frazione del costo di tutti i programmi di assistenza sociale e sanitaria, ed educativi, che al momento pesano sulla spesa pubblica.


Quello che Il Kulturame chiama un nanny state degno di tal nome.

giovedì 19 luglio 2012

Metempsicosi Kulturamiana.





Nel corso degli anni le conoscenze niùeig del Kulturame hanno tentato nei modi più creativi di convertirlo ad ogni possibile bizzarra credenza, dall'esistenza della terra cava all'orinoterapia, dall'apocalisse Maya al far ballare i tavolini, ma nessuno è stato più insistente nei suoi sforzi di vegetariani e vegani.


Per toglierseli dai coglioni, il Kulturame ha strategicamente deciso di assencondare un altro gruppo di gente che non ha abbastanza buonsenso per capire che volere uno come lui come adepto è follia pura, e cioè coloro che vogliono convincerlo dell'esistenza della metempsicosi.


Infatti,contrariamente a ciò che dicono gli Induisti, le due credenze sono incompatibili, quasi al punto di essere mutualmente esclusive, a meno di essere un cretino o un masochista.


Il motivo per cui reincarnazione e vegetarianesimo sono incompatibili è che, dovendosi reincarnare in un animale, è molto meglio reincarnarsi in uno destinato ad essere macellato al più presto.


Immaginate infatti di reincarnarvi in una vacca. Se capitaste in un mondo di vegetariani, oppure in India, passereste i prossimi vent'anni a ruminare libera in un prato. Volete davvero vivere vent'anni da vacca? 


Per nostra fortuna viviamo in un mondo a maggioranza di carnivori, dove la maggior parte delle vacche finiscono nei macelli, e perciò camperete al massimo 9 anni, se siete una vacca da latte, non più di cinque se siete un manzo, e meno di uno se misericordiosamente l'allevatore decide di fare di voi filetto di vitello.


Ancora meglio reincarnarsi in un maiale. Al contrario di un maiale selvatico, che può campare affamato nella foresta, facendosi un mazzo così a scavare tuberi per 25 anni, in quanto maiale d'allevamento passerete cinque o sei anni al massimo a rotolarvi nella vostra stessa merda, grassi e pasciuti, nutriti a leccornie come granturco e avanzi di cucina. E se il vostro proprietario fa parte della mafia, o altro sindacato criminale, potrebbe perfino capitarvi di assaggiare carne di informatore della polizia. Dopo solo pochi anni di tale pacchia, vi beccherete una rapida martellata in testa e, mentre le vostre spoglie mortali vengono trasformate in prosciutto e finocchiona, la vostra anima trasmigrerà verso una nuova esistenza animale, magari un miliardario, o un divo del porno.


Il meglio che possa capitare è reincarnarsi in una zanzara. Non solo avrete la soddisfazione di dare fastidio a ogni creatura vivente e di nutrirvi di buonissimo sangue, ma vivrete al massimo 100 giorni, di meno se qualcuno riesce a spiaccicarvi contro un muro. Una morte rapida e indolore. Un battito di mani, un "Ti ho beccata bastarda!" proveniente dal nulla, ed è tutto finito.


Certo, possono capitare anche sfighe, come ad esempio reincarnarsi in un'oca da paté, o in un toro da corrida, anche se in quest'ultimo caso farete comunque una fine eroica e forse vi riuscirà di incornare il torero. Sfiga anche trasmigrare in uno di quei minuscoli cani da salotto col cappottino, nel qual caso consiglieremmo il suicidio mezzo saltar giù dalle braccia della vecchia rincoglionita che avete come padrona e mettervi ad attraversare di corsa la strada.


Se vi capita di reincarnarvi in un verme, al peggio farete una fine molto rapida appeso ad un amo, ma se siete in Sardegna vivrete nel casa martzu, e se vi capita il Messico morirete annegato nel mezscal. E diciamocelo, ci sono fini peggiori.


Da quando il Kulturame crede alla Metempsicosi, uno dei giorni più traumatici che ha vissuto è stato quando ha scoperto che nel Mare Antartico esistono meduse che vivono 600 milioni di anni. Immaginate reincarnarvi in una di quelle e passare intere ere geologiche a nuotare inutilmente nel mare glaciale, mangiando solo plancton o qualunque altro organismo schifido di cui si nutrono le meduse. 
Per porvi rimedio, il Kulturame ha riscritto il testamento: dopo la morte tutti i suoi averi verranno devoluti ad un'organizzazione che si dedicherà allo sterminio delle meduse giganti dell'Antartico. E' il solo modo di stare tranquilli.


Direi che a questo punto, ciò che è nato come un metodo per sbarazzarsi dei proseliti vegetariani, ha tutte le carte in regola per diventare un culto. Anzi, un kulto, dato che il suo profeta è il Kulturame. Il nome che gli abbiamo (noi Kulturame) dato è "Metempsicosi Kulturamiana".


Occorre mettere in chiaro che la Metempsicosi Kulturamiana non prevede la crudeltà verso gli animali, semmai il contrario. Dato che l'animale potreste essere voi, è capitale che tutti gli animali vengano trattati bene. Trattare bene gli animali e farli vivere poco deve essere considerato l'obbiettivo ideale. La lunghezza della vita di un animale è inversamente proporzionale a come viene trattato (e da quanto è buono fatto alla griglia). Se avete un gatto che prevedete di tenere con voi finché morrà, trattatelo il meglio possibile. Se non avete intenzione di sbattervi per farlo vivere come un pascià, lanciatelo oltre il muro di un canile municipale. Se invece avete un porcile, o una batteria di polli, fateli fuori prima che potete.


Convertiti anche tu alle Metempsicosi Kulturamiana, dona metà dei tuoi averi al leader del kulto (gli estremi bancari te li comunico poi in privato), e vivi felice mangiandoti l'anima de li mortacci tua, certo di essere destinato dopo la morte ad una breve vita da bestia, e che prima o poi ti dovrà pure capitare di reincarnarti in un essere umano.



giovedì 9 febbraio 2012

Osama lo zombie.


Ha ragione l'amico dell'Antieroe in Fessbook: se Wellington ed io avessimo prodotto insieme un film sarebbe una roba del genere.