venerdì 13 gennaio 2012

Kulturame Classici: La Fogna ONU.

Une recensione di Wellington.




The UN Gang di Pedro A. Sanjuan.
Sono così contento di aver letto questo libro, e altrettanto contento di recensirlo. E' la prima volta, forse da quando ho recensito The True Believer di Hoffer, che mi devo contenere nello scrivere una recensione per evitare che venga fuori lunga quanto il libro stesso. Ma queste duecento pagine di gloria contengono tanti di quei fatti interessanti che non si sa davvero da cosa cominciare ne' dove finire.
Il libro racconta l'interno della Organizzazione delle Nazioni Unite con particolare enfasi su due temi principali: lo spionaggio e l'antisemitismo.
L'autore, Pedro Sanjuan, ha lavorato per dieci anni al segretariato delle Nazioni Unite come Direttore degli Affari Politici. Il suo era un appointment politico voluto dall'allora VicePresidente George Bush per cercare di capire cosa stesse accadendo nel Palazzo di Vetro. In altre parole, Sanjuan era una spia. 
Ma non pensate che fosse il solo: solo a New York i Sovietici avevano non meno di 274 agenti del KGB e del GRU tra i segretari, sottosegretari e funzionari ONU, senza contare i piccoli funzionari e il personale impiegatizio. I Sovietici avevano iniziato a colonizzare le NU fin dall'inizio e per gli anni '80 avevano una posizione inattaccabile al loro interno. I funzionari URSS e del patto di varsavia erano la maggioranza all'interno del Palazzo di Vetro ed erano nella posizione di tenere fuori gli Americani. Ogni Americano che presentava domanda di impiego alle Nazioni Unite veniva investigato fino alla nausea, dando vita a dossier personali alti anche sei pollici, allo scopo preciso di trovare un buon pretesto per non assumerli. I Sovietici e i loro clienti venivano assunti praticamente sulla fiducia. In questa maniera i pochi Americani che circolavano alle Nazioni Unite erano il risultato di imposizioni politiche, come lo stesso Sanjuan.
Ma qual'era lo scopo dei Sovietici nel riempire le NU di spie? Beh, molti, ma principalmente due: la propaganda e lo spionaggio. Per quanto riguarda la prima, i Sovietici avevano trasformato le agenzie di informazioni e pubbliche relazioni delle Nazioni unite in succursali della Pravda, talvolta subaffittate ai loro clienti come ad esempio l'OLP il quale per decenni ha diffuso, tramite una agenzia di informazione delle Nazioni Unite, tra l'altro al modico costo per il contribuente mondiale di $750 a pagina, comunicati il cui contenuto pur ufficialmente proveniente dalle Nazioni Unite sembravano presi dai sogni bagnati di Arafat.
Per quanto riguarda lo spionaggio, vale senz'altro la pena di menzionare la Biblioteca del Palazzo di vetro, interamente egemonizzata dai Sovietici, il cui unico scopo ufficiosamente dichiarato era raccogliere OPINT per conto del KGB. Ed era in una eccellente posizione per farlo. La biblioteca delle NU poteva richiedere qualsiasi libro, rivista o giornale pubblicato in USA e, cosa più importante, aveva la clearence necessaria per richiedere documenti governativi e paragovernativi riservati, come ad esempio rapporti e studi di contractors del Dipartimento della Difesa come la Rand Corporation, schemi tecnici da fabbriche che costruivano materiali per la difesa, papers scientifici dai centri di ricerca delle maggiori università.
Tutto ciò era in aperta violazione dello statuto delle Nazioni Unite che prescrive l'assoluta neutralità. Ma gli USA non sapevano chiederete voi? Sapevano benissimo, ma cosa avrebbero potuto fare? Le NU godono di extraterritorialità, immunità diplomatica e di tutti gli altri accorgimenti che garantiscono il regolare funzionamento della diplomazia. L'unico che avrebbero potuto fare qualcosa era il patrizio Dipartimento di Stato, per il quale però la forma diplomatica è troppo sacra per essere compromessa a beneficio di cosette come il controspionaggio. Pedro Sanjuan durante i suoi dieci anni alle NU collaborò con l'FBI documentando una quantitàfuori misura di attività irregolari, ma più che documentare non si poteva fare.
La subordinazione degli Americani ai Sovietici alle NU, lungi dal figurare, come forse si illudeva il trasognante Dipartimento di Stato, come una caratteristica di superiore civiltà diplomatica era un'autentica barzelletta per tutti coloro che vi lavoravano (tranne gli Americani) ed era portata ad esempio dai razzisti antiamericani di tutto il mondo rappresentati al Palazzo di Vetro come prova della solita decadenza della civiltà occidentale e della, altrettanto classica, mitologica semplicità mentale degli Americani. 
Effettivamente c'é da chiedersi come abbia fatto un Occidente talmente privo di fegato a vincere la Guerra Fredda e anche da chiedersi se gli riuscirebbe una seconda volta.
Ma se non le nazioni membro, chi vigila sulle NU? La risposta è nessuno. Vigilano su stesse in aperta violazione di ogni norma di buonsenso. Qualunque investigazione è interna e coperta da segreto, poco sorprendente quindi che si risolva puntualmente in un insabbiamento.

Il secondo tema principale del libro è il diffuso antisemitismo presente alle Nazioni Unite che genera un'atmosfera che, nelle descrizioni di Sanjuan, fa apparire il Palazzo di Vetro più come un Gentlemen's Club ai tempi della Grande Depressione più che la sede di una grande organizzazione internazionale di fine Ventesimo Secolo.

Si, si, lo so che questo non lo volete sentire. Lo so che preferite pensare che si tenda ad esagerare, che non si tratta di vero antisemitismo, ma di una, comprensibile seppur sopra le righe, reazione alle malefatte dello "Stato Sionista". Lo so che volete pensare che la gente, specialmente a questi altissimi livelli di governo, non è spinta da pregiudizi bensì dalla fredda logica. Ma sfortunatamente per voi questo non è il vostro libro, è quello di Pedro Sanjuan. E con e per le NU lui, e non voi, ci ha lavorato per oltre un ventennio. E lui dice: 'Non era soltanto un'attitudine politica riguardo Israele. L'antisemitismo era una forma mentis culturale [...] che definiva la "cultura" delle NU'.
Le Nazioni Unite sembrano essere un ricettacolo di tutte le diverse forme di antisemitismo del mondo, il che a pensarci, data la diffusione dell'antisemitismo su scala mondiale era abbastanza prevedibile e dovrebbe portare a riflettere le anime belle che sembrano dare per scontato che se qualcosa è "internazionale" non può essere sbagliata.


Incominciamo con l'antisemitismo veteronazista del Segretario Generale di origine austriaca Kurt Waldheim, ex ufficiale nazista responsabile dell'uccisione di prigionieri di guerra e di altre nefandezze, che fece rimuovere dalla hall del Palazzo di Vetro un dipinto perché l'autore era ebreo. 
Cosa? Non sapevate che un nazista è stato per anni Segretario Generale delle Nazioni Unite? Strano. Eppure è il tipo di informazione che i media ci tengono particolarmente a dare, mica perdono tempo con i pretzels di Bush o le mosche di Obama quelli. 'Ma forse non lo sapevano!', direte voi. Nemmeno per sogno. Il Rapporto Waldheim, precedente alla sua nomina a Segretario Generale e che documentava nei dettagli il suo passato, fu rilasciato dalle Nazioni Unite, dove era stato precedentemente classificato come segreto, durante la Segreteria del suo successore su richiesta degli USA e interessamento diretto proprio di Pedro Sanjuan.
E proseguiamo con l'antisemitismo finto-aristocratico, come d'altra parte il suo cognome, del successore di Waldheim, il Peruviano Perez de Cuellar, il quale si rifiutava anche solo di incontrare membri del Senato USA di origine ebrea, o che lo erano nella sua opinione.
Secondo il resoconto di Sanjuan, gli ebrei vengono attentamente tenuti lontani da tutte le organizzazioni dell'ONU, e questo non vale solo per gli impiegati, che sono praticamente inesistenti, ma anche per i diplomatici. Lo stato membro di Israele per esempio è praticamente un pariah alle Nazioni unite. La sua Missione è relegata al quindicesimo piano di un edificio minore al di fuori del Palazzo di vetro. In paragone, l'OLP, che beneficia solo del ruolo di osservatore, controlla mezze Nazioni Unite.
Lo stesso Sanjuan, sin dal suo primo giorno al Palazzo di Vetro si è sentito chiedere senza mezzi termini, da niente di meno che il Segretario Generale (tra gli altri), se era un ebreo. La sua risposta negativa ha convinto i suoi colleghi fino ad un certo punto, e il sospetto lo ha accompagnato per tutta la sua ultradecennale carriera.
L'antisemitismo delle Nazioni Unite non si ferma alla discriminazione nei confronti dei singoli ebrei, ma si estende alla più classica delle fantasie cospiratorie antisemite: quella secondo la quale gli USA sono segretamente controllati da ebrei. 

Javier Perez De Cuellar

Durante il segretariato Perez De Cuellar c'era un po' di maretta tra le Nazioni Unite e il Senato USA, che era stanco degli sprechi e delle inefficienze che caratterizzano il budget dell'organizzazione internazionale. Gli USA pagano il 25% del budget delle NU, e il Senato vuole comprensibilmente sapere dove vanno a finire questi soldi. 
Uno dei membri del Senato più attivo nel chiedere la fine degli sprechi minacciando tagli era in quegli anni la Senatrice Nancy Kassebaum. L'argomento "sprechi del governo" faceva presa sul suo elettorato, gli hillbillies del grande Stato del Kansas, tradizionalmente reticente a pagare alte tasse e sospettoso verso il governo centralizzato, figurarsi verso uno sovranazionale. E così la Kassebaum inseguiva gli sprechi del Big Governament dovunque li trovasse, anche alle Nazioni Unite.
Perez de Cuellar, volendo sfidare testardamente la sana concezione odierna che vuole che solo gli americani siano disperatamente ignoranti dei paesi stranieri e che politici e burocrati di alto livello sono spinti nel loro operato solo ed esclusivamente da rigido e razionale professionalismo, semplicemente rifiutava di affrontare il problema delle proteste del Senato USA sulla base del fatto che tanto si doveva trattare di una manovra di "quella donna ebrea che ci odia perchè è ebrea". Quando Sanjuan gli fece presente che la Senatrice Kassebaum è Episcopale, il Segretario replicò che "allora lo sono i suoi elettori". Il Grande stato rurale del Kansas è notoriamente un ricettacolo di ebrei.
A causa dell'incompetenza paranoide di Perez De Cuellar il Senato USA cominciò a tagliare i fondi alle Nazioni Unite. Questo a sua volta portò il successore di Perez De Cuellar, l'Egiziano Boutros Boutros-Ghali, a cominciare a metà degli anni '90 una politica di riavvicinamento agli USA che prometteva, senza nessuna speranza di mantenere, maggiore trasparenza.
Forse alcuni potranno ricordare che in quegli anni era comune ascoltare durante discussioni di politica internazionale in televisione, personalità della sinistra italiana (e mondiale) rimarcare che gli USA stavano tentando di impossessarsi delle Nazioni Unite tramite il ricatto del taglio di fondi. Da dove venivano queste idee? Venivano da un funzionario ONU russo di nome Perfiliev, già espulso dalla Francia negli anni '70 con l'accusa di spionaggio e riciclato dai Sovietici alle Nazioni Unite dove era stato allontanato più volte da successivi incarichi sempre con l'accusa di spionaggio (il che, dato il clima di permissività delle Nazioni Unite suggerisce un'attività veramente incessante), il quale aveva iniziato una campagna di denuncia contro "l'uomo di Washington" Boutros-Ghali sulla base di documenti poi rivelatisi fabbricati, che riusci a far alterare dall'Assemblea Generale la pur puramente cosmetica riforma del Segretario. Ma questa è un'altra storia, restiamo nell'ambito dell'antisemitismo.
Uno dei pochi ebrei che circolava alle Nazioni Unite era l'Ambasciatore rumeno Aurel Dragos Monteanu, nominato Ambasciatore alle Nazioni Unite da Ceausescu negli ultimi anni del suo regime nella convinzione che avrebbe potuto ottenere ottimi risultati dato che gli USA sono risaputamente controllati in segreto da ebrei. Questo tanto perché i leader politici, anche nei regimi totalitari, agiscono nelle relazioni internazionali sulla base di un rigido e sobrio realismo. 
Sfortunatamente per Ceausescu Monteanu non ebbe mai occasione di utilizzare i suoi talenti razziali in incontri segreti con sinedri clandestini perché, temendo di venire assassinato dai fondamentalisti islamici con connessioni al terrorismo internazionale che giravano per il palazzo (un timore condiviso dal suo servizio di sicurezza) preferiva tenere la sua origine ebraica un segreto.
I segreti erano una priorità anche per Marrti Ahtisaari, Ambasciatore finnico alle Nazioni Unite e in seguito Presidente della Finlandia. Ahtisaari era notoriamente un informatore dei Sovietici. Le sue attività spionistiche nel corso degli anni '80 furono ben documentate dall'FBI con l'aiuto proprio di Pedro Sanjuan. 
Uno dei suoi vassalli, un certo Kanninen, che doveva essere un autentico genio, fu pizzicato a chiedere a nome del Segretariato allo Stanford Research Institute la sequenza di lancio degli ICBM americani. Tale richiesta, non stranamente, attirò l'attenzione dell'FBI e del Senato USA che reagì tagliando ulteriormente i fondi alle NU.

Marrti Ahtisaari

Sanjuan riporta una frase di Ahtisaari: 'l'unica ragione per la quale Israele è un membro delle Nazioni Unite è perchè il vostro paese lo supporta. Per quanto mi riguarda Israele ha anche meno legittimazione dell'OLP, e il loro status alle NU è di osservatori'.
Alcuni anni dopo Ahtisaari fu nominato da Kofi Annan presidente della commissione di inchiesta sulla "strage" di Jenin. Curiosamente è in seguito stato appurato che le conclusioni della commissione di inchiesta presieduta dall'ex-spia sovietica convinto sostenitore dell'illegittimità dell'esistenza di Israele non erano veritiere.
Sanjuan sostiene che la nomina è stata una manovra voluta esattamente per scatenare una reazione negativa da parte degli Israeliani, che sapevano benissimo chi era Ahtisaari, e far apparire Israele poco cooperativo portando a pensare che avesse la coda di paglia.
Un'altro esempio dell'antisemitismo da corte zarista della più grande organizzazione internazionale del mondo è che sulla decisione di costruire un nuovo Palazzo delle Nazioni Unite ha notevolmente influito, a detta di Sanjuan, il fatto che due dei principali palazzi adibiti ad uffici affittati dalle Nazioni Unite a New York siano stati acquistati da un finanziare nuiorchese di origine ebraica. Questo ha portato a timori che si trattasse di una manovra di Israele per fare pressioni sulle NU.
Riassumendo, in risposta a tutti coloro che ogni volta che faccio presente che la descrizione di una particolare supposta malefatta di Israele, in fondo, viene dalle Nazioni Unite, mi chiedono beffardi "E allora? Adesso sono antisemite le Nazioni Unite?", ben sicuri del fatto che l'antisemitismo è solo una forma di vittimismo ebraico utilizzata dai malvagi sionisti come pretesto per giustificare le loro malefatte e per far sentire in colpa il resto del mondo tramite "il ricatto dell'Olocausto": si. Le Nazioni Unite SONO antisemite. Non anti-israeliane o antisioniste, proprio antisemite.


Oltre a queste due pecche principali, antisemitismo e spionaggio, sulle quali Sanjuan si sofferma particolarmente essendosene occupato a fondo, l'ONU vanta una lunga serie di cialtronerie addizionali che menzioneremo in breve.
Ipertrofia: L'organigramma interno dell'ONU farebbe venire gli incubi a Kafka. L'Organizzazione ha talmente tante agenzie, segretariati, sottosegretariati, controsegretariati che la sua descrizione occupa un intero, surreale capitolo, del libro di Sanjuan che ha leggerlo fa sperdere come cappuccetto rosso nei boschi.
Fancazzismo: La giornata dei funzionari ONU, dai diplomatici alle segretarie, inizia alle 10.00-10.30. La pausa pranzo è alle 12.00 e dovrebbe durare un'ora, ma in pratica si prolunga per almeno tre ore. Alle 16.00-16.30 massimo tutti sono fuori dalla porta per "evitare il traffico dell'ora di punta". Nemmeno a Napoli ai tempi d'oro dell'assenteismo. Inutile poi dire che licenziare chi non rende è burocraticamente impossibile. Tutto questo, ricordiamolo, con i soldi del contribuente di tutte le nazioni del mondo.
Criminalità: E' un fatto risaputo alle Nazioni Unite, e Sanjuan ne è stato testimone oculare con l'aiuto di una delle guardie di sicurezza, che il garage viene usato per spacciare droga. Funzionari provenienti da paesi produttori di droga, beneficiando dell'immunità diplomatica, portano il prodotto all'interno degli Stati Uniti, poi nel garage del Palazzo di Vetro avviene lo scambio con i rivenditori locali. Da un portabagagli all'altro.
L'ONU ha anche rapporti stretti e diretti con elementi della criminalità organizzata di molti paesi. Un pezzo da novanta della Yakuza giapponese, un certo Sasakawa, è stato per anni uno dei principali donatori della World Health Organization, versando milioni e milioni di dollari con i quali la WHO ha finanziato progetti, si suppone, importanti. 
E' piuttosto ironico pensare che contemporaneamente Sasakawa si occupava per conto della Yakuza di controllare il mercato dei medicinali, sia ufficiale che clandestino (quest'ultima attività è aspramente condannata dalla WHO) in Giappone, dove si assicurava di tenere sempre prezzi altissimi. Oggi un busto in bronzo di Sasakawa il grande benefattore adorna la hall del Palazzo di Vetro, e gli è stato intitolato anche un premio.

 

Un sottosegretario-generale di nazionalità Russa, dopo la caduta del muro di Berlino, sviluppò contatti con la mafia russa di Brooklyn. Stranamente da lì a breve gli impegati delle Nazioni Unite di nazionalità russa, la cui identità, indirizzi e informazioni sui familiari avrebbero dovuto rimanere informazioni confidenziali, iniziarono a ricevere dettagliate richieste di estorsione.
Corruzione: Che ve lo dico a fare? Non vale nemmeno la pena di menzionare lo scandalo Oil for Food (programma varato da Kofi Annan che fu investigato per corruzione da una commisione nominata da Kofi Annan), o il fatto che qualunque appaltatore delle Nazioni Unite deve pagare tangenti ai funzionari che decidono gli appalti (appena stabilitosi a New York Pedro Sanjuan scoprì che il funzionario in carica di appaltare il suo trasferimento aveva un simile arrangiamento con la ditta di traslochi), ne' che ogni tentativo di investigazione di tali attività viene condotto internamente alle Nazioni Unite e si risolve in un clamoroso insabbiamento. 
Ma vale sicuramente la pena anche di menzionare che le "commissioni di inchiesta" si assicurano sempre che i nomi di chi ha "fatto la spia" vengano resi noti e che costoro in genere la paghino cara. In Africa, un investigatore degli sprechi delle "forze aeree dell'ONU" è stato addirittura minacciato di morte.
Ma le Nazioni Unite non sono sole a perseguitare chi denuncia la loro corruzione. Quando la direttrice di una del tutto simbolica commissione di controllo sul budget delle Nazioni Unite, Linda Shenwick, fu chiamata a testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti sugli sprechi delle medesime, il Dipartimento di Stato la rimosse dall'incarico per poi licenziarla, non prima di averla sottoposta a forme di mobbing. Questo per punirla del delitto di non aver commesso spergiuro davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Sprechi: Nelle parole di Pedro Sanjuan: 'Il budget delle Nazioni Unite potrebbe essere meglio descritto da qualcuno con il dono della fantasia, come Hans Christian Andersen'. Basti menzionare il fatto che la spesa prevista per la realizzazione del nuovo Palazzo delle Nazioni Unite a New York, necessario a salvare le Nazioni Unite dalle perfide trame ebraiche, è 7 miliardi di $ (quasi il costo di due portaerei a propulsione nucleare). L'edificio più costoso mai venduto a Manhattan, il GM Building, è stato aggiudicato per la somma di 2 miliardi di $.
Nepotismo: Diffuso a tutti i livelli a partire dal Segretario Generale. Parte dell'attuale ipertrofia dell'ONU è iniziata quando il secondo Segretario Generale delle Nazioni Unite, il Birmano U Thant, come un qualsiasi satrapo del terzo mondo iniziò a creare agenzie e uffici per sistemare la sua numerosa famiglia. La tradizione è stata mantenuta da Waldheim, che piazzò all'ONU tante delle sue nipoti da diventare un barzelletta, da Perez De Cuellar, che ha sistemato mezzo Perù compreso un tizio la cui migliore qualifica era aver lavorato da Bloomingdale's, da Butrous Botrous-Ghali che mise la compagnia di suo cognato nella posizione di agire da intermediaria per gli appalti ONU in tutto il mondo, e da Kofi Annan che, come tutti sappiamo, utilizzò la compagnia di suo figlio Kojo per organizzare Oil for Food.
Fondamentalismo islamico: Al Palazzo di Vetro i fondamentalisti islamici impiegati alle Nazioni Unite si riuniscono ogni giorno alla caffetteria per discutere di come si può utilizzare l'organizzazione internazionale ai propri fini in un rituale ben noto a tutti. All'interno delle Nazioni Unite, organizzazione di ispirazione secolare, le pratiche religiose sono bandite. Il Dalai Lama non ha mai potuto mettere piede all'interno delle Nazioni Unite perché leader religioso (in realtà su veto cinese), non c'è cappella per i Cattolici o tempio zen per i Buddisti. Ma c'è una moschea, costruita senza permesso dai suddetti fondamentalisti islamici nella biblioteca, che tiene servizi regolari.
Traffico d'armi: a Pedro Sanjuan fu proposto, da un funzionario russo del dipartimento DISARMO del Segretariato, di aiutarlo a piazzare un carico di fucili a pompa fabbricati in Russia prima, e un carico di berillio, un materiale controllato utilizzato nella costruzione di ordigni nucleari, dopo.
Elitismo: Questo è per me l'aspetto più inquietante e a suo modo più interessante delle Nazioni Unite, Sanjuan lo menziona più volte. 
Alle Nazioni Unite c'è un'atmosfera di superiorità e distanza dal peccaminoso mondo esterno che ricorda quella della chiesa cristiana europea del tardo medioevo. Come i preti potevano predicare l'astinenza in pubblico e poi mantenere amanti in privato, predicare le virtù della povertà al popolo ed essere ricchi sfondati loro stessi senza considerarne l'ipocrisia perché diversamente dal volgare plebeo medio ritenevano di occupare un altro piano di esistenza, così è alle Nazioni Unite.
Non è corruzione se lo facciamo NOI. Non è favoritismo o doppiopesimo se lo facciamo NOI. Non è spionaggio o traffico di sostanze stupefacenti se lo facciamo NOI. Queste sono cose da singoli individui o da imperfetto potere temporale delle singole nazioni, non da emissari del sacro supergoverno internazionale. Dopotutto, come una volta asserito dal funzionario Mark Molloch Brown: 'le Nazioni Unite fanno il lavoro di Dio'. Questa è l'atmosfera che spesso si respira tra i funzionari delle Nazioni Unite.
Se si considera anche che in effetti è questa la maniera in cui spesso guardano ad esse i comuni cittadini e i politici internazionalisti non è azzardato affermare che le Nazioni Unite, pur non godendo della reale influenza e prestigio della chiesa cristiana nel medioevo europeo, sono qualcosa di molto simile, almeno per vocazione, nel nuovo medioevo mondiale.
A conclusione del libro Pedro Sanjuan propone una lista di suggerimenti molto sensati su come salvare le Nazioni Unite ma la mia opinione è che l'ONU avrebbe bisogno di una "Soluzione Dority"*
Non c'è niente da riformare, c'è solo da smantellare.


*Non spiego cos'é la Soluzione Dority perché potrebbe costituire apologia di reato o qualcosa di simile.

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