venerdì 13 gennaio 2012

Kulturame Classici: Rise (and fall) of a Fiction Genre.



Una Recensione di Wellington.
                         
Rise of the Footsoldier è uno strano film a metà. Forse proprio per il fatto di essere basato, piuttosto fedelmente mi pare di capire, su una storia vera. O almeno sulla versione di essa raccontata dall’autore del libro biografico da cui è tratto.

Nella mia esperienza in Gran Bretagna (non so se più o meno che altrove) l’editoria segue un modello di marketing berserker. Una volta trovato un filone che richiama l’attenzione gli editori si scatenano a frustare il cavallo fino ad ammazzarlo e chiunque sia anche solo vagamente collegato all’argomento in questione e sua nonna finiscono per pubblicare un libro. Almeno finchè ai frequentatori di librerie non scoppiano tutte le vene del cervello e stramazzano a terra intossicati a tal punto da non volere mai più neanche vedere la copertina di un libro su quel particolare argomento. Tranne naturalmente quel gruppuscolo di hardcores ormai completamente assuefatti e immunizzati.

Esempio di questo modello editoriale è stata l’inflazione di libri sul SAS scatenata all’inizio degli anni ’90 dalla biografia dell’ex-comandante del reggimento Sir Peter de la Cour de la Billiére e delle memorie di guerra del sergente ‘Andy McNab’ (pseudonimo). Sulla loro scia seguì un’intera serie di libri, solo una manciata dei quali non è un lavoro di quasi-fiction, scritta da altri ex-SAS, da altri ex-SAS che contestavano la versione degli eventi dei primi ex-SAS, da falsi ex-SAS che facevano finta di essere stati nel SAS, da ex-SBS che giuravano e spergiuravano di valere molto più del SAS, da ex-Det che assicuravano che in Irlanda del Nord hanno fatto tutto loro e non il SAS o l’SBS, dalle mogli degli autori ex-SAS che spiegavano com’è la vita sposati a uno del SAS. Il tutto accompagnato da spin-offs nella fiction di genere, televisiva e perfino nei reality show.

Sul finire degli anni ’90 fu la volta del gangsterismo. Non si poteva mettere piede a Charing Cross Road senza inciampare nella biografia di qualche famoso “villain” preferibilmente londinese. Da questa nuova bolla nacquero però quei bei film inglesi carichi di humor nero tipo “Lock&Stock” e “Snatch” e opere pregevoli come Layer Cake (romanzo e film) che prendono sottilmente in giro la popolarità della figura del gangster in Gran Bretagna.

Da un po’ di anni a questa parte sembra essere arrivato il turno del genere buttafuori. Questo è in realtà uno spin-off del genere criminale, perchè a Londra il mondo della sicurezza dei club è sempre stato fortemente legato al mondo della malavita. E a partire dagli anni ’80 e ’90, quando le droghe sintetiche iniziarono a diffondersi nei clubs e i pushers decisero che il modo migliore per monopolizzare la distribuzione degli stupefacenti nelle discoteche era controllarne l’entrata,  iniziando a riorganizzarsi come società di sicurezza, ancora di più.

Le memorie dei famosi duri londinesi che fecero quegli anni adornano oggi gli scaffali delle librerie albioniche. Spesso non è molto chiaro cosa abbiano mai fatto questi individui per meritarsi una biografia, ma tanto tutti sappiamo che oramai non si finisce in mostra perchè si è famosi ma ci si mette in mostra per diventare famosi. Pertanto, tra un racconto della propria infanzia povera ed infelice e un “divertente” aneddoto che finisce con l’autore che stende qualcuno a cazzotti, si riempono le pagine, le pagine riempono copertine con titoli machisti e i libri che ne risultano riempono gli scaffali.

Malgrado il tono sfottente dei precedenti paragrafi, il sottoscritto ha frequentato (mea maxima fuckin’ culpa) tutti e tre i generi tutto sommato con una certa soddisfazione. E quest’ultimo lo incuriosisce in maniera particolare in quanto egli stesso ha dei precedenti come operatore della sicurezza in quel di Londra a metà degli anni ’90 e alcuni dei nomi che oggi lo guardano dagli scaffali gli suonano quantomeno vagamente familiari. Peccato solo che la curiosità non immunizzi dalla noia.
                                   
Rise of the Footsoldier come si diceva all’inizio è uno strano film a metà tratto dalla biografia di Carlton Leach, ex buttafuori con molti ammanicamenti nel mondo del crimine.

La prima metà del film narra di come Leach sia passato da hooligan negli anni ’70 a buttafuori nei club negli anni ’80 ad amico del cuore di vari criminali negli anni ’90. Dopo una giovinezza passata a pestare tifosi della squadra avversaria il giovane Carlton si becca un’accettata in testa e decide di cambiare vita. Ma invece di farsi frate si fa buttafuori. Si sposa, ha un figlio, scopa in giro con bariste, DeeJay e altre squinzie della notte mentre la moglie fa la casalinga (non avevo mai visto una scena di sesso in cui l’attrice sfoggia un tale taglio Princess Di corto, molto primi ’80), divorzia, entra nel giro dei rave parties e dell’exstasi, si risposa (con una raver), ha un’altro figlio, si riempe di steroidi per farsi crescere più muscoli, esce di testa, si disintossica. Tutto come da copione. Una vita da copione.

Il footsoldier lo vedo, ma la rise dov’è?

Il film è così prevedibile forse proprio perchè si tratta di una storia vera senza (pare) troppe gonfiature. La parte più drammatica riguarda una guerra con una potente banda di trafficanti di eroina turchi dalla quale il nostro eroe è costretto a disimpegnarsi con la coda tra le gambe dopo aver visto massacrare buona parte dei suoi soci d’affari. Fosse stato un film deciso a prendersi qualche licenza in più immagino sarebbe finita con lui che stermina l’intera Turchia.

Nella seconda parte del film Carlton fa più da narratore che da protagonista. La storia non è altro che la ricostruzione di un fatto di cronaca inglese di metà anni ’90, il cosidetto “assassinio della Range Rover”, basata sia sui fatti di cronaca che sulla testimonianza e sulle speculazioni del nostro protagonista/narratore.

Nel complesso un film passabile, ma di nicchia, condito da una gran quantità di violenza “guardami!!!”. Chi non prova una morbosa curiosità verso il mondo della criminalità e dei buttafuori londinesi può anche risparmiarselo.

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