A meno di non voler considerare seriamente horror le recenti pietose storie adolescenziali su vampiri e lupi mannari il grande trend dell'horror degli ultimi anni sono stati sicuramente gli zombie.
La moda è iniziatanei primi anni 2000 con la pubblicazione di The Zombie Survival Guide di Max Brooks, un manuale su come sopravvivere a un'invasione di zombie scritto con intento satirico (doveva essere una caricatura della letteratura "survivalist" della guerra fredda su come sopravvivere ad un attacco nucleare) che ha invece ottenuto un inaspettato successo a livello mondiale generando il romanzo World War Z come sequel.
In effetti il bello, si fa per dire, degli zombie, è che uniscono l'horror con la fine del mondo aggiungendo un elemento di survivalism, tanto che i film con gli zombie piacciono perfino a Wellington, che di regola detesta i film dell'orrore. Sarà stato l'effetto post-11 Settembre, ma la formula "fine del mondo come lo conosciamo" ha funzionato nel primo decennio dei 2000.
Fatto sta che nel corso degli anni 2000 abbiamo visto esplodere l'industria dell'intrattenimento che sfrutta il morto vivente: film, romanzi, videogame. I temi sono stati esplorati un po' tutti: zombie lenti, zombie veloci*, zombie intelligenti, zombie rivoluzionari contro l'oppressivo sistema capitalista globale, e agli zombie si sono aggiunti gli pseudo-zombie, come gli "infetti" dei film 28 Giorni Dopo e 28 Settimane Dopo.
*: Il Kulturame disapprova gli zombie veloci per due ottime ragioni: 1) ritiene irrazionalmente che non siano realistici, come se gli zombie lenti lo fossero, 2) dato che Il Kulturame corre come una tartaruga zoppa e obesa, in caso di zombie apocalypse con zombie veloci sarebbe spacciato.
Molte realizzazioni sono prevedibili e, nel complesso, sempre la stessa zuppa. Questo è proprio il caso dei film più recenti (non si stanca mai di farli) del vero padre del genere, George A. Romero. Tutti i suoi film sui "morti viventi" sono la stessa solfa: gli zombie sembrano dei mostri ma in realtà i veri mostri sono gli umani, il mondo dei vivi è in realtà il mondo dei morti, il brutto è il bello, il buono è il cattivo, il davanti è il dietro, il sopra è il sotto. Due palle.
A dispetto del dinosauro Romero giovani cineasti ribelli hanno però saputo realizzare qualche storia di zombie più originale, come ad esempio l'ironico Zombieland, che in realtà è una metafora dello smarrimento dell'individuo nella società odierna e della ricerca di amicizia e supporto che ne deriva.
Oppure come Dead Set, una miniserie britannica del 2008 il cui sottotitolo ironico è "Reality Bites". Perché, diciamoci la verità, chi non ha mai desiderato di vedere gli abitanti della casa del Grande Fratello sbranati dagli zombie? Ed è esattamente quello che succede in Dead Set, nello show la casa prende il ruolo di santuario che in altri film è stato di supermercati e basi militari, con un gruppetto di concorrenti del reality intrappolati all'interno e zombie affamati che cercano di entrare disperatamente (un'altra metafora?).
Ma la realizzazione più attesa per il prossimo autunno è sicuramente The Walking Dead, serie televisiva prodotta da AMC (la stessa di Mad Men e Breaking Bad) tratta da un fumetto di grande successo di Robert Kirkman che narra la storia di un gruppo di sopravvissuti guidati da un poliziotto di provincia in un mondo invaso dagli zombie, concentrandosi più sulla sopravvivenza che sull'horror, tanto che prende il via quando la zombie apocalypse è già avvenuta. Il tema centrale della serie dovrebbero essere, come nel fumetto, più i rapporti interpersonali tra i sopravvissuti che i morti viventi all'esterno. Insomma, meno spavento è più tragedia, sperando che la serie mantenga la promessa di essere "the next big thing" (il fumetto, testato per voi dal Kulturame, per essere un fumetto, non è niente affatto male).
In attesa di Ottobre, quando la serie verrà rilasciata, beccatevi il trailer piratato e, come dice L'Antieroe: "Non c'è di che preoccuparsi, in caso di zombie apocalypse anche chi non ha mai maneggiato un'arma in vita sua acquisirà la magica capacità di far saltare le cervella ad un bersaglio mobile a cento metri di distanza. Resta solo da vedere dove troveremo le armi in questo mondo statalista politically correct." Godetevi gli impulsi celebrali che vi restano perché, per dirla con Kirkman, i morti viventi siamo noi.
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